Pochi luoghi attirano chi vuole riposarsi o semplicemente distendersi, come il mitico luogo di Castelfeder in Bassa Atesina.
Al visitatore attento non sfugge la presenza di luoghi di culto cristiani semplicemente sovrapposti a quelli remotissimi delle ere passate, entrambe presenti in questa interessante combinazione fin dal 300 d. C.
La torre longobarda, le mura di cinta del “castrum vetus”, un sacro luogo di cremazione dei defunti che ancora conserva tracce dei riti, la presenza di un misterioso “Frauensee”, che con questa sua accezione di femminilità non può che ricordare la paleolitica Dea Madre.
Ancora prima dell’uomo e successivamente al suo fianco, in millenni di storia comune, la natura ha fatto della compatta collina di roccia di porfido un gioiello di rara bellezza.
Castelfeder, con il suo microclima sub-mediterraneo, si è evoluto autonomamente – come una piccola Australia- nell’oceano di un ambiente sub-alpino. Scientificamente unica è sia la combinazione della fauna che della flora: ben 15 sono le specie di orchidee , tra cui alcune rarissime- presenti in un territorio estremamente ristretto.
L’uomo moderno ha la fortuna di potersi godere ciò che antichi gruppi umani, di cui si sa ben poco, ed i cicli della natura hanno costruito insieme, fianco a fianco, creando, tra le rocce lisce e bizzarre limate dai ghiacciai, un’atmosfera singolare e rigeneratrice che coinvolge ed entusiasma anche lo scettico.
Ben quattro le normative di tutela
Il carattere unico di Castelfeder non è sfuggito nemmeno alle pubbliche amministrazioni del passato. La mitica collina è infatti soggetta a vincolo archeologico ed è uno dei cinque siti più importanti di tutta la provincia di Bolzano.
L’unicità di flora e fauna hanno fatto sì che il luogo venisse protetto quale biotopo; negli anni 90 la superficie protetta è stata ulteriormente ampliata e raggiunge oggi i 100 ettari.
La protezione assoluta di Castelfeder è stata poi assicurata elevando il biotopo a sito “Natura 2000” in base alle direttive europee in materia.
Il suggestivo avvicendarsi di querce secolari e di prato arido è il risultato di un continuativo esercizio del diritto di pascolo in forma tradizionale ed estensiva da parte degli ultimi allevatori di bestiame del comune di Montagna . Castelfeder è infatti bene di uso civico ed anche da questo punto di vista soggetto ad un forte vincolo conservativo.
Inutile Biotopo?
Ma questo particolare luogo, che l’uomo comune apprezza, anche se talvolta distrattamente, sembra apparire, alle pubbliche amministrazioni dei tempi presenti, un “inutile” biotopo. Sorprende, e non poco, questa insofferenza per luoghi particolarmente protetti, per queste ultime isole di natura incontaminata.
Sorprende anche l’idea di aprire un maneggio e centro equestre in grande stile con dichiarato sbocco sul soprastante biotopo di Castelfeder, già sito “Natura 2000”, come se nessun diretto interessato e nessuna pubblica istanza avesse mai avanzato dubbi e riserve su di un simile progetto.
La sentenza del Tribunale Amministrativo di Bolzano n. 47 /2004, emessa su ricorso proposto da ITALIA NOSTRA, riporta chiarezza nelle priorità e salva il biotopo.
Impegno comune delle organizzazioni protezionistiche e di ITALIA NOSTRA
E come puó non sorprendere l’altrettanto incomprensibile nuova iniziativa diretta a rendere finalmente “utile “ questo “inutile” biotopo adattando il piano paesaggistico in modo tale da farci stare – sul sedime dell’ex ferrovia Ora –Predazzo che attraversa Castelfeder con un’ampia serpentina, una pista ciclabile? La pista, allacciandosi alla ciclabile del fondovalle, porta con 26 Km di percorso fino al vicino Trentino, oltre il Passo di San Lugano.
Un’informativa del “Dachverband für Natur- und Umweltschutz” alle sedi comunitarie ed un nuovo ricorso di ITALIA NOSTRA al Tribunale Amministrativo di Bolzano, questa volta contro l’inserimento del percorso della pista ciclabile nel relativo piano paesaggistico, si pongono l’obiettivo di difendere ancora una volta i principi basilari che proteggono in maniera assoluta ed esclusiva i siti di „Natura 2000“.
Il Tribunale Amministrativo dimostra sensibilità ed attenzione in tal senso e chiede alla Pubblica Amministrazione tutta la documentazione del caso, ivi compreso il tanto atteso “piano di gestione” (Managementplan), strumento determinante che dovrebbe fissare la compatibilità di interventi nel sito e, soprattutto, impedire tutte le azioni intese a procurare un degrado ambientale all’interno del biotopo.
La Pubblica Amministrazione dal canto suo non attende la sentenza e decide di completare quanto iniziato con la modifica dei piani urbanistici per realizzare finalmente il passaggio della ciclabile e disponendo l’inserimento definitivo della pista ciclabile sull’ ex tracciato ferroviario Ora-Predazzo, senza entrare nel merito della questione Castelfeder – sito Natura 2000 ancora aperta. ITALIA NOSTRA decide di continuare la propria azione difensiva e propone un terzo ricorso per ribadire le priorità del pensiero ecologico e paesaggistico in un punto nevralgico come Castelfeder.
Sapranno il Tribunale Amministrativo e le sedi di Bruxelles difendere Castelfeder?
I doni di Castelfeder
Castelfeder viene “usato” nelle maniere più svariate. A fini turistici, si usa la sua bellezza paesaggistica; la pro-oco si è perfino data questo nome.
Castelfeder è luogo ricreativo di tutto il distretto della Bassa Atesina ed è la classica méta dei gitanti del sabato- domenica. Non per nulla il sito soffre da sempre di iperantropizzazione. E così purtroppo anche le rovine, restaurate ed integrate negli anni 80, si consumano sotto il flusso dei visitatori.
Castelfeder dà del suo da sempre, si lascia “usare” e produce utilità in cambio del solo diritto di esistere. Il problema è, che questa sua “produzione di utilità” –sfogo, svago, riposo, pace e tranquillità… gratis (!) per tutti coloro che hanno scoperto cosa voglia dire stare finalmente a piedi nudi sulle pietre scaldate dal sole- non fa parte di nessun calcolo utilitaristico economico o di tornaconto aziendale, e quindi…..”non esiste” !
La gente ama le mille nicchie tranquille e misteriose di Castelfeder, ma perché questo incomparabile regalo non conta e non può bastare?